Pubblicato il in Smart schooling
di Tracy Liu

Didattica digitale, didattica a distanza, smart schooling

Quando la mia bimba più grande è entrata alle scuole elementari, è rientrata in una sezione selezionata per la sperimentazione digitale finanziata da un contributo comunitario. Lavagna digitale, la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale), piccolo computer portatile in dotazione a tutti gli studenti.

Per chi come me viene dal mondo della grafica e della comunicazione digitale e visiva, questa opportunità è sembrata quella che ho imparato a definire una idea intelligente ma (purtroppo) inutile. Già perché quei computer sono risultati solo un costo e una complicazione, ben presto abbandonati. E quella lavagna ha sostituito la lavagna tradizionale prima ancora che i bambini potessero conoscerla, così che la lavagna digitale diventava non un passaggio ma una magia.

La LIM, Lavagna Interattiva Multimediale

Quello che spesso manca alle nuove generazioni è la consapevolezza e la conoscenza delle basi della tecnologia. I ragazzi si ritrovano in mano strumenti magici come cellulari, tablet, computer, smart watch e tanti altri device senza capire da dove vengono e come semplificano operazioni che normalmente facevamo prima in modo analogico.
Un limite importante, perché solo conoscendo il concetto dietro la tecnologia il bambino può avere vera padronanza della tecnologia e farne un uso adeguato.

Così sono convinto che la LIM debba essere usata dopo aver fatto esperienza della lavagna tradizionale per capirne fino in fondo il funzionamento e per poterne apprezzare la funzione.

In altre parole non è lo strumento utile o non utile, ma il contesto in cui lo si usa.

I computer nella scuola

Discorso simile vale per le aule multimediali di cui ricordo che molte scuole iniziavano ad attrezzarsi fin dalla fine degli anni 90. E forse in misura diversa anche oggi. Ai tempi rimanevano pressoché inutilizzate. Il mio liceo l'aveva, mai vista in cinque anni.

Perché? Perché la scuola non si digitalizza per digitalizzarsi in modo fine a se stesso,. La scuola deve far uso delle tecnologie se queste portano un vantaggio, altrimenti meglio i metodi tradizionali e sicuramente anche più naturali.

Alcune forme di didattica a distanza, quando non c'era nessuna distanza, mi sono sembrate solo una complicazione in momenti in cui davvero non ce ne era bisogno e non portavano alcun vantaggio. Anzi spesso mettevano in difficoltà famiglie che ancora non si erano e non si potevano allineate al livello tecnologico richiesto (e non richiedibile).

La tecnologia utile

Lo so, sono critico ma lo sono per l'esperienza maturata con 3 bambine che stanno facendo a distanza di due anni ciascuna il percorso scolastico. In tutti questi anni, ho visto la tecnologia nella didattica scolastica più come un problema che non una soluzione. E io per la natura del mio lavoro, nella tecnologia ci nuoto da sempre.

Oggi però vedo la luce che la tecnologia può portare nella didattica. Sì, perché nell'isolamento e nella distanza imposta dall'emergenza sanitaria di questi mesi e dei mesi che verranno, la tecnologia è utile, utilissima, indispensabile. Non come prima, dove la tecnologia andava usata a prescindere, la scuola 2.0 come la chiamavano. Spesso la tecnologia nelle scuole mi è sembrata più un vanto che non una necessità.

La tecnologia che annulla le distanze

Oggi invece si può apprezzare la capacità della tecnologia di annullare le distanze attraverso le video conferenze, la messaggistica, i gruppi di discussione, gli strumenti di condivisione, la possibilità per gli insegnanti di raggiungere gli studenti con le proprie lezioni anche nell'impossibilità dello stare insieme in una classe fisica. Scopriamo in altre parole la possibilità di avere una classe virtuale ed efficace laddove non è possibile avere una classe fisica.

Didattica a distanza significa questo, riuscire a tenere unita una classe di studenti anche laddove è impossibile andare a scuola.

Didattica digitale significa riuscire a traslare la lezione classica in una lezione trasmissibile e condivisibile in forma digitale, come audio, come video, come file di presentazione, come email e così a continuare. E lo stesso vale per i compiti, le ricerche, le domande, le riflessioni.

Smart schooling significa riuscire a fare quanto sopra. E oggi, riuscire a fare scuola senza poter andare in una scuola di mattoni. Qualcosa di straordinario.

Un grazie a tutti i maestri, i professori e i docenti che stanno rendendo possibile andare a scuola senza poterci andare. non è uno sforzo banale, gli insegnanti stanno facendo un lavoro straordinario.
Un grazie a tutte le famiglie che anche con sacrifici economici si stanno adattando a questo nuovo modello di scuola, l'unico in questi giorni possibile.

E un grazie, permettetecelo, anche a noi di Buzzy English e a tutte quelle attività che hanno anticipato lo smart schooling, rendendolo oggi più semplice, facendo da esempio e in alcuni casi diventando un punto di riferimento, potendo spiegare come funziona un'aula virtuale e come condividere materiale a insegnanti e ragazzi.

Viva la tecnologia utile! E un grande augurio che questo momento così difficile passi e torni il sereno.


Buzzy English è un centro preparatore Cambridge English Qualifications

Altri articoli dalla sezione Smart schooling

Smart schooling, il modo nuovo di insegnare del ventunesimo secolo
Pubblicato il in Smart schooling
di
Smart schooling, il modo nuovo di insegnare del ventunesimo secolo

Se ne parla sempre di più. C'era molta perplessità sulle lezioni online ma recentemente stanno venendo a galla i tanti pregi di questo approccio educativo >>

Perché imparare l'inglese?
Pubblicato il in Smart schooling
di Gloria Patricia Taylor
Perché imparare l'inglese?

Mi è capitato qualche volta di sentire i ragazzi alla scuola media dove ho insegnato lamentarsi: ma io vivo in Italia, perché devo imparare inglese? >>

Alfabetizzazione digitale: l'inglese tecnico
Pubblicato il in Smart schooling
di
Alfabetizzazione digitale: l'inglese tecnico

L'inglese tecnico è l'insieme di termini inglesi che si inseriscono nella lingua italiana come neologismi, la cui conoscenza e di crescente importanza >>

Take it easy, frase idiomatica e prospettiva di apprendimento
Pubblicato il in Smart schooling
di Tracy Liu
Take it easy, frase idiomatica e prospettiva di apprendimento

Più ti preoccupi di come parli inglese, più difficile ti viene parlarlo. Se prendi l'inglese con tranquillità, lo impari meglio e con spontaneità >>