di Fabio Arangio
Divertendosi si impara! Una prospettiva didattica
Ricordo il mio libro di inglese delle scuole superiori. C'era questo ragazzo di nome David e una delle primissime pagine recitava David's room, "la stanza di David", un impacciato ragazzo che ne combinava di tutti i colori, per imparare il genitivo sassone e i primi vocaboli di oggetti che appunto un ragazzo ha in camera. Divertente, vero? No, non lo era. Non era il problema del libro ma del metodo. Alla fine il libro era un libro e i compiti erano "studiare da pagina 12 a pagina 14". Anche se c'era il simpatico David ad accompagnare le pagine del libro, non cambiava molto.
Cosa mancava?
Imparare con l'interazione
Mancava innanzitutto l'interazione dell'insegnante con lo studente. La classe era numerosa, la cattedra lontana e sopraelevata e mai, che io ricordi, l'insegnante scendeva nei sobborghi a fare lezione tra i banchi.
Insomma, che noia! E che facile farsi distrarre dal compagno accanto o dai propri pensieri...
Imparare con la partecipazione
Difficile divertirsi senza partecipare. leggere le pagine di un libro con disegni e storie divertenti è sempre leggere nozioni su un libro. Quello che serve in classe è la partecipazione dello studente che spesso, soprattutto se timido, non trova lo spazio per farlo. Per questo le attività di gruppo, come giochi sono di gran lunga preferibili alle attività puramente accademiche di studio in silenzio (ah, quale paradosso nell'insegnamento di una lingua parlata!) dietro un banco. E non solo quando il bambino è piccolo,anche in età adolescenziale ed adulta. Se hai cercato di imparare una lingua straniera da un libro, avrai poi sentito il bisogno di fare conversazione, magari con una persona di madrelingua. Lo stesso vale per il bambino. Più conversazione e partecipazione, e meno nozionistica stampata sui libri.
Imparare con la sorpresa
Il divertimento in fondo è sorpresa, non sapere chi vincerà, chi fa cosa, chi è dove. Il gioco attiva tantissime facoltà del bambino. L'ascolto, il tatto, la vista, il gusto, la curiosità, il calcolo, il ragionamento, la fantasia e tante emozioni che rendono l'esperienza più facile da memorizzare. Rimandiamo anche in questa occasione ai due precedenti articoli: Ripetizione, sinergia e sinestesia. I fondamenti dell'apprendimento del bambino e Usiamo i 5 sensi (anzi 6) per insegnare l'inglese ai bambini!.
L'inglese è divertente
Sì, veramente! L'inglese è una lingua divertente, che si presta a rime, a giochi e a giochi di parole. Serve però che anche gli insegnanti si sappiano divertire! Noi ci crediamo, crediamo che se c'è un modo più facile e diretto di imparare, quello è il modo giusto.
Imparare divertendosi, come i gattini!
Quindi il motto di Buzzy English è learning with fun!, "imparare divertendosi".
Hai mai avuto un gattino? Il gatto impara giocando. Giocando imparano a difendersi, a cacciare, a scappare. In particolare i gattini giovani fanno giochi che simulano appunto queste azioni di sopravvivenza. E imparano, e imparano bene perché, in qualche modo, si divertono e anche per loro è più facile memorizzare le azioni divertendosi.
Imparare con il gioco è quindi naturale e spontaneo. Meno naturale e sicuramente meno spontaneo è imparare ricurvi sui libri.
Buzzy English porta proprio l'interazione bambino e persona di madrelingua, il gioco, attraverso attività che stimolano la curiosità e la sorpresa, in quei venticinque minuti di soglia di attenzione ottimale* in cui il bambino partecipa con voglia, energia e motivazione!
* l'attention span di cui abbiamo parlato in Soglia di attenzione del bambino e prospettiva didattica
Siamo arrivati anche oggi alla parola del giorno e, indovinate, è fun!